venerdì 10 luglio 2009

Scelte al buio?

Ho terminato da pochi giorni More about La Via Lattea di Odifreddi e Valzania. Si tratta di un dialogo sulla fede e la natura registrato lungo il Cammino di Santiago. Il volume è ben scritto, i dialoghi sono pieni di spunti interessanti e riferimenti storici curiosi. Pesano un po' alcune spiegazioni scientifiche di Odifreddi, per loro natura comunque complesse (confesso che alcune le ho saltate). Lo consiglio caldamente a tutti gli appassionati di letteratura di viaggio, ma soprattutto a chi ama riflettere su questioni religiose a tutto tondo.

Terminata la lettura mi è venuta spontanea una riflessione: come è possibile che due persone aperte, istruite e sensibili come i nostri autori, che si intendono perfettamente su molti temi, divergano totalmente sulle scelte più profonde, quali ad esempio la fede religiosa e il senso della vita?

Credo che la risposta a questo interrogativo stia nel meccanismo interiore con cui affrontiamo questi interrogativi esistenziali, che tutti prima o poi ci troviamo ad affrontare. Tra i primi strumenti che abbiamo a disposizione per indagare questi temi ci sono la conoscenza storica e il ragionamento deduttivo, ma questi sono elementi totalmente razionali e non possono da soli farci trovare il senso della nostra vita.
Dopo averne fatti uso ci troviamo infatti in una sorta di sospensione del giudizio, con alcune opzioni scartate (per banalizzare - non posso prendere sul serio il culto del Fuoco) e molte altre aperte (ad esempio - Quanto impatto ha l'esempio di Gesù Cristo sulla mia vita?).
Qui il raziocinio non ci può più essere d'aiuto ed allora per orientarci ci affidiamo ad altre percezioni più sottili, legate al nostro vissuto ed all'ambiente che ci circonda, e lentamente, con molte fughe in avanti e indietro, cerchiamo di trovare la forma che più ci appartiene.
Non è un caso, ad esempio, che nei centri Zen una delle domande costantemente rivolte ai praticanti, sia anziani che novizi, sia - Perché pratichi? - per scoraggiare un appiattimento fideistico sulla sola pratica dello Zazen.

Fin qui va tutto bene, è normale che una ricerca interiore debba basarsi su molte basi non razionali. Quello che mi colpisce negativamente è vedere come, ogni giorno, sempre più persone si arrendono alla complessità del mondo che li circonda, e qui parlo di temi molto concreti come la gestione di un condominio o l'uso dell'automobile, per allargarci fino a temi più ampi come il giudizio politico o il comportamento sul lavoro. Credo che il problema grave di questi decenni sia proprio l'abdicazione di massa al ragionamento netto, non oscurato dagli interessi personali o di gruppo e dai preconcetti; l'accettazione di figure più o meno carismatiche come unici modelli di comportamento.

Per tornare al tema di apertura di questo post, forse oggi il miglior modo per fare una sincera ricerca religiosa è essere i più severi critici raziocinanti di noi stessi e del nostro mondo, in questo modo quelle poche certezze che troveremo saranno più solide e in più saremo più coscienti del mondo in cui viviamo, pronti a difenderlo per il bene nostro e dei nostri figli.

1 commento:

giardigno65 ha detto...

Il problema è che ci arrendiamo all'impegno senza impegnarci in altro. Non bisogna essere troppo severi però, secondo me il riscatto è sempre possibile

ciao