martedì 10 febbraio 2009

Dopo lo scontro torni il dialogo

Il corpo di Eluana Englaro si è spento stanotte, nel rispetto delle sue esplicite volontà, per quanto è stato umanamente possibile accertare. Se ciò sia stato una sospirata liberazione o un omicidio imperdonabile nessuno è in condizione di averne l'oggettiva certezza.

Ciò che è certo invece, è stato lo scempio che, di questa vicenda umana e privatissima, hanno fatto i mass-media e la politica. Il punto più basso di questa violenta appropriazione sono state quelle grida - assassini, aguzzini, torturatori - che le due opposte fazioni si sono a più riprese scambiate in Parlamento e al di fuori della clinica di Udine, urla riprese con maggior forza e convinzione, questo bisogna dirlo, soprattutto da parte dei cattolici più oltranzisti.

E adesso? Ora bisogna innanzitutto prendere atto che anche nella coscienza del nostro paese esistono almeno due concezioni e due sensibilità ben diverse sui temi della fine vita, dell'accanimento terapeutico e del testamento biologico, per non parlare dell'Eutanasia. In questa situazione qualunque soluzione legislativa che non tenga conto di entrambe le posizioni, non può fare altro che generare nuovi scontri e sottolineare le differenze ideologiche e politiche che le animano.

Questa potrebbe essere l'ultima occasione per affrontare questi temi delicatissimi con serenità e senza pregiudizi, in Parlamento come nel Paese. Spero con tutto il cuore che non si arrivi all'ennesimo muro contro muro, con le conseguenze che si sono già viste, ad esempio, sui temi del divorzio e dell'aborto.

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